sabato 1 novembre 2014

#5 - I nemici

Salve a tutti e bentornati al commentone de “La Bambina della Sesta Luna”!

È passato parecchio tempo dal mio ultimo aggiornamento e mi dispiace, ma la dura vita universitaria occupa gran parte del mio tempo. Ma non per questo io mi fermo! ^_^

L’argomento di oggi – ma guarda, ieri era proprio Halloween – sono gli spaventosi e spietati nemici della nostra protagonista, che abbiamo modo di conoscere meglio tra il quarto e il quinto capitolo del libro.
Nell'immagine sotto troverete Palazzo Ca d'Oro nella realtà. Affascinante! Peccato sia il covo del nemico...

 

 


 

Abbiamo già sentito parlare di Karkon Ca’ d’Oro, un conte poco raccomandabile che si finge capo di un orfanotrofio in piazza san Marco a Venezia, ma che in realtà è un mago malvagio e anche piuttosto potente.

Conosciamo anche due suoi adepti, vale a dire i gemelli Alvise e Barbessa, che hanno spesso preso di mira Nina, giocandole dei brutti scherzi.

Beh, lo schieramento nemico non è ancora completo. Una volta ottenuta la fiducia dei suoi compagni, anche grazie alla formula dell’Amicizia Duratura, Nina chiede loro informazioni sul conte Karkon e sui due gemelli. Scopre così che Alvise e Barbessa sono i suoi allievi preferiti, nonché sentinelle della zona e in particolare proprio dell’isola della Giudecca dove si trova Villa Espasia. Esistono anche altri bambini al servizio del mago; Irene, Gastilo e Sabina sono alcuni di loro. E non finisce qui! Karkon ha a disposizione un fidato assistente: Visciolo, detto il Guercio. È niente più che un nanetto mezzo cieco avvolto in un mantello, che svolge per il suo capo le commissioni più importanti. Diciamo che quindi il nostro Karkon Ca’ d’Oro ha il suo bell’esercito di alleati, proprio come Nina.

 

Una volta chiarite ed equilibrate le due controparti che si contendono il destino dell’universo, Nina sente il tempo che scorre (anche se non esiste, hehe!) e va avanti con la missione che le è stata affidata dal nonno. Prossimo obiettivo: trovare l’Anello di Fumo!

Per prenderlo, spiega il Libro Parlante, bisogna andare nella Stanza degli Specchi – quella con la mezzaluna luminosa – dove però incombe la minaccia di Karkon, già diverse volte apparso negli specchi. “Mai ‘na gioia!” avrà pensato la nostra protagonista! xD

Eppure questa è un’altra buona occasione per parlare del nemico, con cui Nina ancora una volta si confronta. Come previsto, Nina fa per prendere l’Anello nascosto in uno specchio, ma Karkon le appare in tutta la sua orripilanza (?) e cerca di spaventarla … ma stavolta Nina è pronta a reagire: stringendo il Taldom Lux e scacciando via il mago con le parole, tutto va per il meglio e la ragazzina riesce ad impadronirsi del prezioso Anello di Fumo. È proprio bello, con uno sfavillante smeraldo (penso che con tutti i tesori che trova, Nina potrebbe farsi una fortuna e vivere di rendita se dovesse smettere di fare l’alchimista xD).

A che cosa servirà di preciso? Per la risposta a questa domanda, temo che dovrete aspettare un po’ …

 
 

Tornando ai nemici, Nina li incontra nuovamente nel tentativo di compiere un’altra missione: rubare il Pandemon Mortalis al conte. Non credo di averne ancora parlato, in tal caso lo faccio ora. Il Pandemon Mortalis è una spada magica costruita da Karkon e utilizzata per uccidere il professor Misha e anche Birov, come poi tante altre sue vittime. Il nonno ne parla alla nipote nel bigliettino che le aveva lasciato in precedenza, parlando del triste destino suo e del collega Birov.

Ora, non è che Nina voglia proprio avvicinarsi a quella spada, perché tanto scema non è. Eppure è necessario rubarla a Karkon, perché tenerla in mano per alcuni secondi è un passaggio necessario ad aprire la botola del laboratorio, prossimo compito che il nonno Misha ha chiesto alla nipote di svolgere.

Vi spiego meglio: quando Nina chiede al caro Systema Magicum Universi cosa deve fare per aprire la botola del laboratorio e vedere cosa c’è sotto, il Libro le spiega che perché la botola si apra è necessario che la stella sulla mano di Nina diventi nera. Ahimè, la nostra protagonista deve attendere un evento negativo, perché ciò succeda! Ma per far annerire la voglia di fragola, basta appunto tenere in mano per un po’ il Pandemon Mortalis. Il tutto condito da un’angosciante sensazione che Nina proverà: la paura della morte.

Questi sono gli ingredienti per far sì che la stella di Nina diventi nera e faccia aprire la botola del laboratorio. Un po’ più complesso delle altre volte, certo, ma non impossibile. Iniziare a pensare alla morte per averne paura e far annerire la stella è facile. Il punto è arrivare al Pandemon Mortalis … Che fare, allora?

 

La nostra Nina, sempre grazie all’esperienza alchemica preliminare che si porta dietro, ha un asso nella manica. Una volta avvertiti i suoi amici che devono intrufolarsi a Palazzo Ca’ d’Oro, Cesco le consiglia di spacciarsi per orfani per entrare ed ecco che a Nina viene in mente la formula di una pozione per diventare brutta e cattiva.

La strategia secondo cui per entrare in territorio nemico bisogna adattarsi proprio al nemico è geniale. Della serie “a casa mia, per far andare bene le cose, bisogna fare come dico io” o qualcosa del genere. Se in teoria il Palazzo di Karkon è un orfanotrofio, gli orfani hanno praticamente il biglietto gratis per entrare.

Per non mettere in pericolo i suoi amici – che cara! – Nina decide di andare da sola e si prepara per la notte del grande evento: prepara la pozione e dopo averla bevuta attende i suoi effetti. Così recita il testo (ve lo cito perché ho una certa predilezione per le descrizioni!): << Più passava il tempo e più la pelle di Nina diventava violacea, gli occhi si rimpicciolivano, sempre più rossi e cupi. Che impressione: le stavano cadendo anche quasi tutti i suoi bei capelli castani! Il naso si era del tutto ristretto e raggrinzito, i denti le erano diventati storti e cariati. […] Persino gli abiti si sciolsero come caduti nell’acido e al loro posto si formò una lunga mantella nera provvista di buchi e rattoppi. Il processo era avvenuto. Nina ora era proprio una bambina mostruosa. La cosa più stupefacente e assurda è che sentiva dentro di sé crescere anche un animo cattivo e perfido, ma per fortuna il nonno le aveva insegnato anche come controllare le nuove emozioni: l’odio lo doveva conservare per Karkon. >>

Oltre ai miei complimenti per il travestimento, mi sento solo di aggiungere “che schifo!”. :P

 

Così conciata, Nina si presenta a Palazzo Ca’ d’Oro – non prima di aver spaventato a morte i suoi amici, poverini. Recita perfettamente la parte dell’orfana che vuole ospitalità e, dopo essere stata accolta da Visciolo, aspetta il momento giusto per entrare in azione. Girovagando per il Palazzo, trova la stanza di Karkon, il quale, credendola davvero un’orfana che vuole entrare al suo servizio, la mette alla prova e le chiede di uccidere uno scoiattolo. Ohibò, che crudeltà! Se siete sensibili e amate gli animali, beh, l’Alchimia del Buio praticata da Karkon sarà un duro colpo per voi …

Fortunatamente, lì vicino c’è il Pandemon Mortalis, perciò Nina riesce a distrarre il mago e prendere la spada. Una volta che la stella è diventata nera, la ragazzina fugge, inseguita da Alvise e Barbessa ma aiutata anche dai suoi amici che la riportano a Villa Espasia (i miei complimenti a Roxy che a 10 anni guida benissimo un motoscafo!). Nina fa per aprire la botola, ma il coperchio resta a metà. Panico paura! Il Libro, da gran burlone, le dice solo ora che per aprire completamente la botola bisogna pronunciare la formula “Quos Bi Los”. A questo punto, missione compiuta!

 

Prima di concludere, devo però soffermarmi su alcuni punti.

Innanzitutto, la questione della paura della morte: alla fine, non è tutta magia e avventura; la vita reale è sempre presente. È solo uno dei tanti esempi che Moony ci propone per farci capire che non bastano talento e magia per far trionfare il Bene, ma sono necessari anche molti sacrifici e bisogna anche affrontare i peggiori dolori e le più brutte angosce dell’animo umano, prima di arrivare alla pace finale.

Un’altra cosa, prima che me la dimentichi: scappando da Palazzo Ca d’Oro, Nina scorge altri bambini affacciarsi alle finestre, svegliati dal trambusto. Con grande stupore, la protagonista si accorge che quelli non sono bambini, ma androidi! Proprio così: Karkon non ha al suo servizio dei comuni bambini, ma dei robot. Pensate se si scoprisse in giro …!

Infine, se quest’ultima missione di Nina è stata compiuta, altri misteri e interrogativi si aggiungono al suo destino. Nella stanza del nemico, Nina vede appese alle pareti delle scritte inquietanti, ma ce n’è una in particolare che non riesce a dimenticare dopo quella notte: “Dispersi a Xorax, morti sulla Terra”, seguita dalle foto di Misha e Birov segnate da una bella X. La domanda che disperatamente si pone Nina è … Nonno Misha e Birian Birov sono davvero morti? Possibile che ora si trovino su Xorax, la Sesta Luna, il pianeta di luce che bisogna salvare?

La risposta la troverete nei prossimi capitoli! J

 

*

 

Direi di chiudere qui questo commentone … accidenti, bello lungo! Ma è necessario, visto che andando avanti gli eventi si intrecciano e diventano complessi sempre di più. Nella prossima pagina, scopriremo la funzione dell’Anello di Fumo e non solo … preparatevi, sarà qualcosa di epico!

Baci e grazie :*

domenica 31 agosto 2014

#4 - Le prime prove alchemiche

Ciao e bentornati al commentone sulla mia saga preferita, “La Bambina della Sesta Luna”, primo libro!
Mi sembra di essere diventata una presentatrice …!
Quest’oggi osserveremo Nina affrontare le sue prime prove alchemiche, insomma, finalmente la vediamo all’opera!



 

Siamo arrivati ad un punto della storia dove ormai tutte le informazioni di base sono state date. E’ il momento quindi di far iniziare seriamente l’avventura di Nina.

Immaginate di accendere un computer. A meno che il vostro non abbia diverse impostazioni, cosa si fa per prima? Si immette una password.
Ecco, a Nina serve innanzitutto una password per entrare nel mondo magico che la aspetta, il codice d’accesso a tutto il sapere alchemico di Xorax e del nonno: l’alfabeto della Sesta Luna.

Ricordate il Quaderno Nero? È pieno di simboli strani e incomprensibili; ovviamente lettere di Xorax. Nina arriva a questa preziosa informazione ancora una volta consultando un libro di Birian Birov, che fornisce una vera e propria traduzione dei caratteri scritti anche sull’ultima pagina del Quaderno Nero. Vicino ai caratteri in questione, Birov aggiunge la frase “Volare per vivere”.
A parte il profondo significato che questa frase può avere (di certo potrete immaginare anche come la stessa Nina ci si ritrovi), la protagonista capisce che gli strani simboli che ha davanti sono delle lettere. Le serve quindi l’intero alfabeto di Xorax, indispensabile per andare avanti.
Il Systema Magicum Universi le dice come ottenerlo, ma non come farebbe una persona normale, no. Quando Nina gli chiede come avere l’alfabeto di Xorax, il Libro inizia a recitare una vera e propria formula alchemica, una sorta di pozione! L’alfabeto di Xorax è quindi il risultato di un esperimento che Nina deve compiere e portare a buon termine.
E secondo voi la piccola Nina coglierà la sfida? Ma mi pare ovvio! J

Convinta più che mai e pienamente consapevole della missione che le è stata affidata, Nina segue alla lettera le istruzioni del Libro Parlante, con una precisione e un rigore degni di uno scienziato. Dopotutto il professor José le aveva già insegnato le tre regole fondamentali per fare le pozioni: << Concentrarsi e pensare all’obiettivo da raggiungere, non tremare maneggiando gli elementi alchemici, seguire rigorosamente la composizione della pozione rispettando i tempi. >>
È interessante come ritorni anche qui la questione della scienza. Già il laboratorio di Misha ha quel non so che di scientifico; anche il procedimento per fare magie e pozioni è stato pensato nei minimi dettagli, con vero e proprio approccio scientifico. I tempi di preparazione sono indicati con estrema precisione con ore, minuti e secondi, l’ordine delle fasi del procedimento va rispettato, senza alcun timore e mantenendo una concentrazione costante.
Nina ottiene infine un risultato eccellente e su un foglio di carta appaiono le lettere di Xorax, pronte per essere utilizzate. È indispensabile non fallire, quando Nina o i suoi amici affrontano una prova alchemica. L’Alchimia della Luce non ammette errori.

 

Quella per avere l’alfabeto della Sesta Luna non è l’unica prova alchemica che Nina affronta nel quarto capitolo del libro. Stavolta la sfida se la impone da sola e decide di creare una pozione: quella per l’Amicizia Duratura.

Coscienziosa, prudente, matura e dalle idee chiare come normalmente non potrebbe mai esserlo una bambina di dieci anni (ma quando mai il personaggio principale di una storia fantasy non ha qualcosa di speciale già di suo?), Nina capisce di aver trovato sì degli alleati (i suoi nuovi quattro amici), ma sa anche di avere una responsabilità troppo grande e troppo importante, perciò ha bisogno di sicurezza. Le preme avere la più completa fiducia in Cesco, Dodo, Fiore e Roxy; deve essere certa al 100% che non la tradiranno mai e che saranno sempre dalla sua parte.

Questo è lo scopo della formula per l’Amicizia Duratura, una pozione che i quattro ragazzini dovranno bere prima di conoscere l’esistenza di Xorax e tutto il resto. I suoi ingredienti non sono lasciati al caso e ognuno di essi riflette una particolare qualità, dalla libertà delle parole alla loro sincerità e fedeltà. Con una bella formula magica (rigorosamente in rima), la pozione assume il proprio potere magico ed è pronta.
La prova che Nina impone ai suoi nuovi amici ha buon fine e finalmente può condividere con loro la missione di salvataggio della Sesta Luna. Ad accompagnare la pozione e a sancire il legame della banda, un prezioso rubino portafortuna che i ragazzini porteranno sempre con sé.

 

Prima di concludere il commento di oggi, vorrei fermarmi un attimino su un tema particolare e insolito: il Tempo.

In questa saga il tempo assume un’importanza praticamente vitale, un significato che possiamo riscontrare anche nella vita di tutti i giorni e di questo devo proprio congratularmi con Moony, perché non molti prima di lei devono aver parlato di questo argomento.
Esiste una frase, attaccata ad una parete del laboratorio di Misha, proprio sopra l’orologio con i quattro quadranti, che riassume il concetto di Tempo illustrato in tutta l’opera: << Il Tempo serve, ma non esiste. >>

Pensateci. Il tempo non esiste ed è vero, perché in fondo è una concezione creata dall’uomo per risolvere questioni di altra natura. E’ uno strumento per misurare lo scorrere degli eventi e quando non serve, ahimè, scompare. Nina stessa se ne accorge quando arriva perennemente in ritardo al pranzo o alla cena preparata dalla cara tata Ljuba: intenta a lavorare nel laboratorio, Nina dimentica tutto il resto e si concentra solo sulle proprie magie e quando il tempo alchemico non le serve più, si accorge che è volato. Per questo, spesso la piccola Nina salta persino i pasti (cosa che le sconsiglierei, viste le avventure che deve affrontare, ma puntualmente recupera con le mille prelibatezze che solo la buona Meringa sa cucinare).
Il Tempo non esiste, eppure serve per tante cose: normalmente per raccontare storie ed eventi passati, ma qui soprattutto per creare le pozioni alchemiche che servono a Nina per andare avanti. In queste occasioni il Tempo è necessario a tal punto da essere ricordato sempre con precisione estrema. Persino più avanti, un importante concetto temporale come “Sempre” apparirà spesso con la lettera maiuscola, ma di questo potremo parlare meglio tra qualche pagina del commentone.

 

*

 

Sono soddisfatta degli argomenti di cui ho parlato quest’oggi, per cui vi do appuntamento alla prossima pagina del blog, dedicata ai nemici di Nina e ai primi contatti che la protagonista ha con essi.

Vi ringrazio ancora una volta per l’attenzione! :*

venerdì 1 agosto 2014

#3 - Gli amici di Nina

Buonsalve, sono tornata per commentare insieme a voi “La Bambina della Sesta Luna”! Questa volta i soggetti sono quelle persone (o cose, vedremo xD) che aiuteranno Nina nel compimento della sua missione e che vengono presentati nel terzo capitolo del libro.






Siamo nel laboratorio di Misha. Nina ha appena visto e ascoltato il nonno parlarle delle mille cose che deve fare per adempiere alla sua missione. Un po’ confusa, la bambina cerca delle risposte e si mette a sfogliare il librone che c’è sul tavolo degli esperimenti. Ve lo ricordate? Si intitola Systema Magicum Universi e sulla copertina ha la stessa testa d’uccello che c’è sulla cima del Taldom Lux. Coincidenza? Io non credo. (cit.)
Le pagine, però, sono tutte bianche! Certo, perché quel libro dà risposte mica tenendole scritte sulle sue pagine, no … Le comunica proprio a voce, sì, è un libro parlante. Nina se ne rende conto mentre sta osservando la prima pagina, che pare fatta di un materiale liquido in cui può tranquillamente affondare la mano. È allora che sul foglio liquido appare una scritta e il libro finalmente parla, con un vocione profondissimo: “Benvenuta Nina. Sono il Libro dell’Universo Magico e ti accompagnerò nel tuo viaggio. Dovrai affrontare molte avventure.” Non poteva essere più diretto!
Dapprima Nina si spaventa, ma poi si rende conto che il Systema Magicum Universi è destinato a diventare la sua guida. Per avere informazioni e risposte alle mille domande che si accumulano nella testa, a Nina basterà appoggiare sul foglio liquido la mano con la stella e chiedere. A quel punto, il libro parlerà e le dirà sempre cosa fare (o quasi).
E qual è la prima domanda di Nina? Proprio quella da un milione di dollari che vi avevo lasciato l’altra volta: che cos’è Xorax?
Alleluia! Alla protagonista viene finalmente spiegato cos’è il nucleo, il centro, l’oggetto delle sue avventure. Beh, Xorax è nientepopodimeno che la Sesta Luna del terzo sole del sistema alchimidico, un pianeta di luce, lontanissimo dalla Terra, nel punto in cui ha avuto origine la vita nell’universo. Questo pianeta e i suoi abitanti sono in costante lotta contro il Male, il Buio … e da bambina di Xorax, Nina sarebbe praticamente la sua paladina della giustizia. Fossi in Nina, ne sarei entusiasta, infatti dall’emozione dimentica quasi di incontrare i suoi futuri amici dell’isola della Giudecca.

E giusto a questo proposito, oltre al Libro Parlante, Nina avrà altri personaggi che l’accompagneranno nel suo viaggio. Li incontra proprio ora, in una grande sala della villa. Erano allievi di Misha, ma ora sono amici di Nina e lo resteranno praticamente sempre.
La prima a farsi avanti è Roxy. Il nome cosa vi fa pensare? Una tipa tosta, no? E infatti la bionda Roxy è la più coraggiosa ed estroversa; non per niente si presenta per prima stringendo la mano a Nina energicamente. Per citare Cesco, “la Maciste del gruppo”.
Dopo di lei, a presentarsi è Fiore. L’antitesi di Roxy, in pratica: delicata, esile, con i capelli neri, gli occhi a mandorla e la vocina timida. Per via di queste sue caratteristiche, spesso se la tira un po’, anche perché è molto colta e studia molto. Cesco la soprannomina infatti “la bambolina di lusso”.
Ma insomma, chi sarà questo Cesco? xD Lui è il più alto e forte, il più loquace, il più audace, con il maggiore spirito di iniziativa. Sarà un amico davvero prezioso per Nina …
A mancare all’appello è soltanto Dodo, il timidone del gruppo, ma anche il più dolce e sensibile, oltre che il più tenero per via della balbuzie.
Sono quattro ragazzini molto diversi, eppure proprio per questo sono molto affiatati, amici di lunga data, compagni di merende e non solo. Nel corso della saga, poi, coinvolti dalle magiche avventure di Nina, subiranno un’evoluzione e scopriranno lati di se stessi che prima non conoscevano, soffocati dalla loro vita ordinaria. Inutile dire infine che insieme a Nina diventeranno dei bravissimi alchimisti.

Facciamo un lieve passo indietro, giusto per non saltare i pezzi e proseguire secondo l’ordine dettato dal libro.
Quando Nina scopre dell’esistenza di Xorax, si rende conto che il suo scrittore preferito, Birian Birov, aveva già parlato di un pianeta misterioso nel suo ultimo romanzo. Siccome Nina è furba e non crede alle coincidenze, chiede spiegazioni al Libro Parlante, che le chiede a sua volta di guardare in un certo scaffale della Sala del Doge, luogo della villa pieno di scaffali contenenti libri di tutti i generi. Difatti Nina trova un biglietto di nonno Misha: lui conosceva Birov! Era un suo amico, nonché scrittore, alchimista e uno dei Maghi Buoni della Terra come lui. Purtroppo non aveva avuto una bella fine; era stato ucciso da Karkon Ca’ d’Oro in persona! E così i conti tornano. Nulla accade per caso, proprio  nulla. È tutto collegato e Nina se ne accorgerà diverse volte … questo varrà sempre, per l’intera saga.
Perché vi ho parlato così diffusamente di questo evento? Beh, ciò su cui vorrei focalizzare l’attenzione è il fatto che Nina ha dovuto cercare una delle sue tante risposte in mezzo ai libri. Inoltre, tante volte Misha ripeterà alla nipote di studiare, di sfruttare il suo Sapere, oltre che lasciarsi guidare dall’intuito, e tante volte Nina troverà un aiuto fondamentale proprio leggendo gli innumerevoli libri che per fortuna affollano la Sala del Doge della villa.
Moony, con questo, cerca evidentemente di trasmetterci l’importanza dello studio, della cultura, della preparazione. Lei stessa l’ha ribadito, che per scrivere un libro ci vuole tanto studio. Perché certo, Nina è la prescelta, il suo futuro da alchimista è segnato, ma senza che lei studi e si impegni ciò diventa impossibile. Chi ha il pane e pure i denti, deve saperli usare.

*

Perfetto, direi di concludere qui per oggi. Grazie ancora tantissimo per l’attenzione! ^^
Nella prossima pagina del commentone, finalmente vedremo Nina davvero all’opera. Al prossimo aggiornamento, non perdetevelo!

:*

mercoledì 30 luglio 2014

#2 - I preparativi

Salve a tutti quanti, io sono sempre Eleonora e sono qui sempre per commentare con voi le magiche avventure di Nina, la Bambina della Sesta Luna! ^-^
La scorsa volta mi sono fermata proprio in corrispondenza della fine del primo capitolo del primo libro; stavolta andrò avanti più spedita, coprendo tutto il secondo e parte del terzo capitolo. Per la prima parte di commentone ho pensato che l’inizio meritasse un’attenzione particolare, ma ora posso dilungarmi.
Ho intitolato così questa nuova pagina, perché ciò che vedremo stavolta sono quelle cose che in ogni storia costituiscono le basi, i preparativi appunto, per l’avventura vera e propria. Ma andiamo con ordine.



Eravamo rimasti alla piccola Nina in viaggio per Venezia, giusto? Quando arriva, ad accoglierla c’è la fedelissima Ljuba, la tata russa, che da sempre si prende cura di Villa Espasia, la residenza veneziana di Misha. Se Nina la soprannomina Meringa, il motivo certamente potete immaginarlo. Ma non solo: Ljuba si ritroverà tantissime volte a dover restare dolce proprio come una meringa, anche se Nina si caccerà nei guai e meriterà una strigliatina ogni tanto. Chi non vorrebbe una tata così?
Appena la protagonista mette piede a Villa Espasia, Moony ci delizia con una delle sue tante descrizioni dettagliate e precise che permettono ai sognatori più incalliti di vedere chiara ogni scena nella loro mente: la villa è enorme, maestosa, impreziosita da tantissimi e diversi tipi di arredamento. Per farvi un esempio e citare il testo … “Tessuti preziosi, rasi, sete, organze e velluti ben si accostavano ai mobili di varie epoche e provenienze: pezzi russi, spagnoli, arabi, egiziani e cinesi.”
E ora rispondete a una domanda, voi che avete già letto la saga: questa descrizione non vi ricorda niente?
Già, proprio così: persino la descrizione di Villa Espasia, casa e quindi nido in cui Nina può sempre tornare e rifugiarsi, riprende tutte le ambientazioni che si vedranno nel corso della saga, tutti i luoghi lontani, misteriosi ed insidiosi dove la protagonista affronterà le avventure più emozionanti. A questo punto, perciò, lo posso anticipare: l’ambientazione dell’intera saga è il mondo intero, anzi, come avrete notato nella precedente pagina di questo blog, l’intero universo!
Non trovate che sia eccitante??

Andiamo avanti e saltiamo al punto in cui, disfatte le valigie, Nina si fa raccontare da Meringa cosa è successo la tragica notte della morte del nonno. Ufficialmente, Misha è morto d’infarto. Ma vi pare che sia questa la verità? Scopriamolo insieme. ;)
Il destino di Nina diventa sempre più chiaro alla lettura della seconda parte del testamento del professor Misha. “Lascio alla mia adorata nipotina Ninotchka la cosa a me più cara: Villa Espasia con tutti i miei libri, scritti e ricerche che solo lei, e nessun altro, potrà leggere e usare. […] Lascio quindi la mia eredità di alchimista e filosofo alla piccola Nina perché così vuole il destino.” Non potrebbe essere più azzeccato.
Ma oltre a ciò, comincia la parte per me veramente interessante, da grande amante del genere fantasy: Misha ha lasciato a Nina i suoi primi oggetti magici.
- Il Quaderno Nero. Curiosando per la villa, la bambina l’aveva già trovato nella stanza del nonno e all’interno vi sono delle scritte incomprensibili, evidentemente appartenenti a un linguaggio sconosciuto. Tuttavia, una volta che Nina svelerà il mistero, questo quaderno sarà per lei una bibbia, almeno per i primi tempi.
- La sfera di cristallo. Zitta zitta e quatta quatta, in realtà sarà poco citata nell’intera saga, ma una volta chiarito il suo uso, beh, questo oggettino sarà di un’importanza praticamente vitale. Capirete presto il motivo!
- Due chiavi, una fatta a stella e una a mezzaluna. Suggestivo, il particolare del sole e della luna. Queste due chiavi aprono due luoghi molto diversi, ma entrambi importanti. Nina non ci metterà molto a capire quali.
- Il Taldom Lux. Ohibò, che cosa sarà mai? Un bellissimo scettro d’oro! Un bastone che ha sulla punta la testa di un uccello, con due pietre preziose rosa al posto degli occhi. Mica male, eh? Già qualcosa mi dice che questo Taldom Lux sarà qualcosa di davvero speciale …

Tuttavia, mentre Nina si prepara a vivere la sua straordinaria esperienza, il Male si fa sentire.
Arrivata a Venezia, la bambina si accorge che due gemelli del posto, conosciuti come Alvise e Barbessa, le hanno rubato i suoi adorati libri. E non solo: da cattivi ragazzacci che si ritrovano, rompono i vetri di Villa Espasia lanciando a Nina due sassi. Uno è avvolto da una pagina dell’ultimo libro di Birian Birov, uno degli scrittori preferiti di Nina (che perciò capisce che sono stati loro a rubarle i libri), mentre l’altro porta con sé un messaggio minatorio inquietante: “farai la fine di tuo nonno”. E se aggiungiamo pure che i due gemellacci girano sempre con una K viola stampata sulla felpa, beh, se fate due più due non è difficile capire chi c’è dietro …
E proprio parlando di questo misterioso e malefico K, anche lui purtroppo si rifà vivo! Siccome Nina deve scoprire a che cosa servono le due chiavi e risolvere altri misteri, vaga per la villa finché non arriva alla Stanza degli Specchi, situata in un corridoio interno alla camera di nonno Misha. Per entrarci serve appunto la chiave a mezzaluna, ma essa non serve solo ad aprire il lucchetto ed entrare, bensì anche a fare luce una volta che Nina è entrata. Fa da lampadario, insomma, il che è piuttosto suggestivo. La stanza è appunto piena di specchi, dietro ai quali si nascondono preziosi tesori … ma in quel luogo, K appare di nuovo sugli specchi, tra mille fiamme rosse e gialle, spaventando ancora una volta Nina. Certo che è proprio insistente! Nina deve cercare di capire al più presto di chi si tratta e che cosa vuole da lei, ma soprattutto, se è stato lui a uccidere Misha.

E adesso, un paragrafo interamente dedicato al laboratorio di nonno Misha. La casa base, la torre di controllo, il punto di partenza, il quartier generale. Per arrivarci, Nina non ha bisogno di nessuna chiave: la porta si apre incastrando in una piccola conca la sfera di cristallo. Tadan, ecco a che cosa serviva! È quella la chiave del laboratorio, perciò è fondamentale per permettere a Nina di entrare in contatto con il mondo alchemico a cui appartiene.
Il termine “laboratorio” è il più giusto che possa mai essere stato scelto: immaginate un laboratorio, sì, ma di quelli scientifici dove dottori e professionisti fanno esperimenti con strani contenitori di vetro e liquidi colorati. Ecco, il laboratorio di Misha è essenzialmente una cosa del genere. Questo non so che di scientifico mi pare positivo, perché in qualche modo non separa completamente la magia dalla realtà. E poi, quasi tutte le sostanze alchemiche custodite negli scaffali hanno nomi latini, molte formule che Nina userà sono in latino … insomma: non è proprio magia, ma neanche proprio scienza. È alchimia. Moony deve essersi quindi ispirata ad un vero e proprio laboratorio alchemico, di quelli medievali. La cosa è molto affascinante!
E poi beh, ci sono quei classici elementi che rendono tutto più suggestivo e misterioso, con un pizzico di sapore antico: un caminetto che non si spegne mai, una lucina azzurra che tiene sempre misteriosamente illuminato il laboratorio, un libro gigantesco poggiato sul tavolo dal titolo Systema Magicum Universi … tutto molto affascinante. E proprio dentro al libro, Nina trova un biglietto del nonno, che le dice di girare una manopola vicino al caminetto e poi le lascia delle frasi piuttosto enigmatiche.
Nelle parole, nei pensieri, nei colori, nei suoni, nei numeri, c’è l’origine dell’universo. Non lasciare che il Buio ingoi la Luce. Cancella il Tempo e Vola.”
Accidenti, non ho dovuto nemmeno sbirciare sul libro per scriverla, la ricordo a memoria! <3
Ancora una volta, un riassunto dell’intera avventura di Nina, la sua essenza, il suo significato. Ma una volta letto tutto quanto, capirete meglio.

Quando Nina gira la manopola, sul muro le appare un filmato registrato dal professor Misha in persona poco prima di morire. Manna dal cielo, per Nina, che vuole scoprire la verità su cosa gli è successo e su cosa la aspetta. Ed è ora che vengono elencati tutti quegli elementi che servono alla protagonista come base per vivere la sua storia.
- Prima di tutto, Misha definisce in modo chiaro il nemico da sconfiggere e svela l’identità del misterioso K: altri non è che il Conte Karkon Ca’ d’Oro, già famoso a Venezia per essere il proprietario di un grande e lugubre palazzo in piazza san Marco che farebbe da orfanotrofio. Occhio, perché c’è un motivo per cui ho usato il condizionale.
Misha afferma che è stato proprio il malefico mago Karkon a ucciderlo e in fondo Nina se lo sentiva. Sapeva che quella K rappresentava il Male …
- Direttamente dal nonno, Nina sente parlare per la prima volta di Xorax. Domanda da un milione di dollari: che cos’è Xorax? Al momento, solo uno dei tanti misteri da scoprire, ma presto si rivelerà essere il più importante di tutti.
- Misha parla in fretta delle altre cose che Nina deve ottenere per andare avanti nella sua storia: l’Anello di Fumo, la botola del laboratorio, il tunnel, l’alfabeto di Xorax. Novità inaspettate e ignote, ma ve l’ho detto, sono fondamentali e Nina se ne accorgerà presto.
- Oh, qualcosa che nelle storie non può mai mancare: i compagni di avventura. Misha anticipa alla nipotina che incontrerà quattro coetanei dell’isola della Giudecca, destinati a diventare suoi amici. Di loro vi parlerò nelle prossime pagine del commentone.

*

Perfetto, direi di concludere qui, altrimenti si accumulano troppe cose. Come al solito, vi ringrazio enormemente per l’attenzione e spero di rivedervi al prossimo aggiornamento … Preparatevi, perché tra le altre cose parleremo degli altri personaggi, coloro che aiuteranno Nina e le staranno sempre vicino!

Baci :*

martedì 29 luglio 2014

#1 - L'inizio

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Ciao a tutti, il mio nome è Eleonora e da oggi commenterò personalmente la mia saga di libri preferita, ovvero La Bambina della Sesta Luna! J

L’autrice si fa chiamare Moony Witcher, ma non fatevi ingannare dal nome, perché è italianissima! Anzi, vive a Venezia, la città dove è maggiormente ambientata l’intera saga. Per contattarla, vi basta cercarla su Facebook; c’è pure il gruppo, se volete iscrivervi: si chiama proprio “Nina la Bambina della Sesta Luna” ed è lì che troverete anche me e altre fan della storia. Se non conoscete i libri di Moony Witcher, andate a leggerli, perché anche se sono solo dei romanzi fantasy per bambini dai 10 anni in su, sappiate che io a 20 anni non mi ci sono ancora stufata, perciò capirete quanto possano essere belli ed appassionanti!

 

Prima di cominciare sul serio, devo fare una piccola premessa: perché faccio tutto questo? Perché la mia non è una semplice recensione, ma un commento vero e proprio?

La mia intenzione è di ripercorrere uno a uno tutti i libri e la loro trama, leggendo la storia in profondità, interpretandola e trovando cose da dire il più possibile, cogliere dei concetti, delle similitudini, delle analogie e simmetrie con altri libri o tra concetti interni alla storia stessa, insomma … leggere tra le righe e dare uno sguardo approfondito all’avvincente storia di Nina, la Bambina della Sesta Luna.

Ovviamente con il vostro aiuto, perché mi piacerebbe moltissimo che voi commentaste insieme a me i vari passaggi del libro, dando la vostra opinione, la vostra interpretazione, il vostro punto di vista.

È importante avere una mente aperta che sappia formulare idee e pensieri sempre nuovi anche su un libro già letto, quindi spero che mi accompagniate in questo excursus, diciamo, attraverso il mondo magico creato da Moony Witcher, ma dal punto di vista dei lettori.

 

 

 

Mettiamo le basi di questo commentone e riassumiamo l’inizio della storia, partendo dal primo libro della saga, che si intitola esso stesso “La Bambina della Sesta Luna”.

La protagonista è una bambina di 10 anni, Nina De Nobili. Immaginatevela: capelli lunghi e castani, occhi grandi e azzurri; di aspetto magari un po’ fragile come tutte le bambine, ma con una determinazione nello sguardo che di certo è fuori dal comune.


Ci sono altre cose, in realtà, che la rendono già di per sé una ragazzina fuori dal normale:
- Innanzitutto il fatto che vive lontana dai genitori. Parlo di Vera e Giacomo, costretti a stare lontani dalla figlia perché lavorano al Ferk, centro ricerche sulla vita extraterrestre situato a Mosca, in Russia. Non è un caso, visto che Vera è mezza italiana e mezza russa e proprio il padre di lei, il professor Misha, è conosciuto come un famoso alchimista. Misha vive a Venezia, città natale della moglie, la principessa Espasia (pace all’anima sua). Misha ed Espasia, quindi sarebbero i nonni materni di Nina e già il fatto di essere una principessa e un professore alchimista, non è roba da poco per la nipotina! xD
Se Nina non vive con i suoi genitori, dove sta? Sta a Madrid dalle sue zie spagnole: una è Carmen, dolce, solare, anche bella in carne … ma l’altra è Andora, che è tutto il contrario! Acida, brutta, cattiva, se la prende sempre con Nina e con i suoi due animali da compagnia: uno è il cane Adone (e che cane, ragazzi, un alano nero di 85 chili che se fosse umano sarebbe sicuramente un maggiordomo da quanto è tranquillo – e anche un po’ snob aggiungerei) e l’altro è Platone, un gatto rosso che Nina ha raccolto dalla strada, che in quanto a personalità non è troppo diverso dal cagnone.
Che dite, mica male come famiglia, eh? Già fa predire qualcosa di insolito, vero?

- Un’altra cosa che rende Nina de Nobili una bambina diversa dalle altre è il fatto che non va a scuola, ma studia da privatista. Le lezioni le ha con un professore spagnolo, José, che oltre a fornirle un’educazione standard, le insegna l’alchimia. Dopotutto il nonno Misha è un alchimista e ci tiene che la nipote segua le sue orme, quindi ci pensa José a prepararla, a darle le nozioni base che poi le permetteranno di affrontare al meglio il destino che l’aspetta. Nina, quindi, è già in qualche modo preparata all’avventura che dovrà affrontare, anche perché lei stessa ha questa sensazione, ha il presentimento che prima o poi vivrà qualcosa di straordinario, scoprirà le meraviglie e le insidie dell’universo, volerà, volerà nel cielo e scoprirà l’infinito.
A questo punto, per rendere meglio il concetto, vi riporto direttamente le sue testuali parole dal primo capitolo, praticamente la prima battuta di dialogo della storia: << Sai, Adone, sono certa che un giorno io volerò là in alto e capirò tutto. Tutto quello che qui sulla Terra ancora non si sa. >> E per finire, giusto per avere un’idea di che cosa si sta parlando, già l’incipit vero e proprio ne parla. Le prime vere parole del libro, dell’intera saga, fanno presagire l’oggetto delle avventure di Nina: “Era notte fonda, la luna piena sembrava agganciata al cielo e miriadi di stelle scintillavano come lampadine blu e rosse. La luce del firmamento entrava silenziosa nella cameretta di Nina, illuminandole gli occhi grandi e azzurri.”
Capirete che l’ambientazione, il senso, i sentimenti della protagonista e il viaggio che lei andrà a compiere sono riassunti in queste frasi.

- Infine beh, il fatto che Nina è una bambina fuori dal comune si nota chiaramente da un altro dettaglio, importante perché è piuttosto evidente. Nina ha una voglia a forma di stella rossa, sul palmo della mano destra. È quello, il segno che rappresenta il magico destino che c’è in serbo per lei. Anche il nonno Misha ce l’ha, quindi è un simbolo alchemico, un contrassegno che indica inevitabilmente che Nina è destinata a seguire le orme del nonno e diventare come lui una brava alchimista.

 

Ora, normalmente, la stella sulla mano resta sempre così, ma il nonno Misha ha spiegato a Nina che la voglia si ingrandisce e diventa nera se ci sono guai in vista. Ed eccolo, l’avvenimento che sconvolge la situazione iniziale di equilibrio: la voglia fatta a stella sulla mano di Nina cresce e diventa nera, segnalando un pericolo. Che succederà mai? Nina cerca aiuto da Carmen, quella notte le due non riescono a dormire, cane e gatto sono agitati … insomma, un vero inferno.

Difatti, di lì a poco, arriva la tragica notizia: Misha è morto. Inutile dire che a Nina crolla il mondo addosso. Si sente persa e abbandonata, sola senza l’amato nonno. Eppure trova presto la forza di andare avanti e cominciare la sua avventura, perché giorni prima nonno Misha le aveva mandato una lettera, chiedendole di raggiungerlo a Venezia. E quello era un segno evidente del destino: una volta a Venezia, Nina avrebbe cominciato ufficialmente la sua avventura.

 

Fermiamoci ancora un attimo e aggiungiamo ancora un po’ di carne al fuoco.

In ogni storia fantasy che si rispetti, c’è un personaggio, o perlomeno un’entità che fa da nemico, da antagonista, contro cui bisogna combattere. Ebbene, il nemico di Nina si fa vivo quasi subito, la stessa notte in cui muore nonno Misha: mentre la bambina è in bagno, spaventata perché la stella sulla mano non accenna a tornare rossa, sullo specchio appare il volto mostruoso di un uomo orrendo, pelato, col pizzetto nero, gli occhi rossi e indiavolati, la pelle verdastra … un obbrobrio in piena regola. E quello se la ride malvagiamente, terrorizzando la povera Nina, per poi scomparire e lasciarla in preda a una miriade di incertezze. Di sé non lascia intuire nulla, se non la faccia e l’iniziale del suo nome: K.

Questo K darà parecchio filo da torcere alla ragazzina, spargerà dolore e sofferenza a non finire … ma questo ancora Nina non lo sa; per ora si limita a godersi il paesaggio delle nuvole bianche e soffici dal sedile dell’aereo, l’aereo che la sta portando a Venezia, la città incantevole immersa nella laguna, dove il nonno le ha lasciato la sua eredità di alchimista e un destino pieno di magia ed avventura.

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Benissimo, io direi di finire qui per ora. Spero di rivedervi al prossimo aggiornamento!

Vi chiedo una cosa: sarei ben felice di vedere i vostri commenti, ma se avete letto il libro o la saga, per favore, non spoilerate. Cerchiamo di attenerci alla parte di storia che finora ho analizzato, poi il resto lo commenteremo nelle prossime parti di commentone.

 
Beh, vi ringrazio tantissimo per l’attenzione! Spero di avere avuto una buona idea a pubblicare tutto ciò e di aver stuzzicato la vostra curiosità e la vostra mente. Alla prossima (se lo vorrete), un bacio!
:*