Salve a
tutti quanti, io sono sempre Eleonora e sono qui sempre per commentare con voi
le magiche avventure di Nina, la Bambina della Sesta Luna! ^-^
La scorsa
volta mi sono fermata proprio in corrispondenza della fine del primo capitolo
del primo libro; stavolta andrò avanti più spedita, coprendo tutto il secondo e
parte del terzo capitolo. Per la prima parte di commentone ho pensato che
l’inizio meritasse un’attenzione particolare, ma ora posso dilungarmi.
Ho
intitolato così questa nuova pagina, perché ciò che vedremo stavolta sono
quelle cose che in ogni storia costituiscono le basi, i preparativi appunto,
per l’avventura vera e propria. Ma andiamo con ordine.
Eravamo
rimasti alla piccola Nina in viaggio per Venezia, giusto? Quando arriva, ad
accoglierla c’è la fedelissima Ljuba, la
tata russa, che da sempre si prende cura di Villa Espasia, la residenza
veneziana di Misha. Se Nina la soprannomina Meringa, il motivo certamente potete immaginarlo. Ma non solo:
Ljuba si ritroverà tantissime volte a dover restare dolce proprio come una
meringa, anche se Nina si caccerà nei guai e meriterà una strigliatina ogni
tanto. Chi non vorrebbe una tata così?
Appena la protagonista
mette piede a Villa Espasia, Moony ci
delizia con una delle sue tante descrizioni dettagliate e precise che
permettono ai sognatori più incalliti di vedere chiara ogni scena nella loro
mente: la villa è enorme, maestosa, impreziosita da tantissimi e diversi tipi
di arredamento. Per farvi un esempio e citare il testo … “Tessuti preziosi, rasi, sete, organze e velluti ben si accostavano ai
mobili di varie epoche e provenienze: pezzi russi, spagnoli, arabi, egiziani e
cinesi.”
E ora
rispondete a una domanda, voi che avete già letto la saga: questa descrizione
non vi ricorda niente?
Già, proprio
così: persino la descrizione di Villa
Espasia, casa e quindi nido in cui Nina può sempre tornare e rifugiarsi, riprende tutte le ambientazioni che si
vedranno nel corso della saga, tutti i luoghi lontani, misteriosi ed
insidiosi dove la protagonista affronterà le avventure più emozionanti. A
questo punto, perciò, lo posso anticipare: l’ambientazione
dell’intera saga è il mondo intero, anzi, come avrete notato nella
precedente pagina di questo blog, l’intero
universo!
Non trovate
che sia eccitante??
Andiamo
avanti e saltiamo al punto in cui, disfatte le valigie, Nina si fa raccontare
da Meringa cosa è successo la tragica notte della morte del nonno. Ufficialmente,
Misha è morto d’infarto. Ma vi pare che sia questa la verità? Scopriamolo
insieme. ;)
Il destino
di Nina diventa sempre più chiaro alla lettura della seconda parte del
testamento del professor Misha. “Lascio
alla mia adorata nipotina Ninotchka la cosa a me più cara: Villa Espasia con
tutti i miei libri, scritti e ricerche che solo lei, e nessun altro, potrà
leggere e usare. […] Lascio quindi la mia eredità di alchimista e filosofo alla
piccola Nina perché così vuole il destino.” Non potrebbe essere più azzeccato.
Ma oltre a
ciò, comincia la parte per me veramente interessante, da grande amante del
genere fantasy: Misha ha lasciato a Nina
i suoi primi oggetti magici.
- Il Quaderno Nero. Curiosando per la villa, la
bambina l’aveva già trovato nella stanza del nonno e all’interno vi sono delle
scritte incomprensibili, evidentemente appartenenti a un linguaggio
sconosciuto. Tuttavia, una volta che Nina svelerà il mistero, questo quaderno
sarà per lei una bibbia, almeno per i primi tempi.
- La sfera di cristallo. Zitta zitta e
quatta quatta, in realtà sarà poco citata nell’intera saga, ma una volta
chiarito il suo uso, beh, questo oggettino sarà di un’importanza praticamente
vitale. Capirete presto il motivo!
- Due chiavi, una fatta a stella e una a
mezzaluna. Suggestivo, il particolare del sole e della luna. Queste due
chiavi aprono due luoghi molto diversi, ma entrambi importanti. Nina non ci
metterà molto a capire quali.
- Il Taldom Lux. Ohibò, che cosa sarà mai?
Un bellissimo scettro d’oro! Un bastone che ha sulla punta la testa di un
uccello, con due pietre preziose rosa al posto degli occhi. Mica male, eh? Già
qualcosa mi dice che questo Taldom Lux sarà qualcosa di davvero speciale …
Tuttavia,
mentre Nina si prepara a vivere la sua straordinaria esperienza, il Male si fa
sentire.
Arrivata a
Venezia, la bambina si accorge che due gemelli del posto, conosciuti come Alvise e Barbessa, le hanno rubato i
suoi adorati libri. E non solo: da cattivi ragazzacci che si ritrovano, rompono
i vetri di Villa Espasia lanciando a Nina due sassi. Uno è avvolto da una
pagina dell’ultimo libro di Birian Birov, uno degli scrittori preferiti di Nina
(che perciò capisce che sono stati loro a rubarle i libri), mentre l’altro
porta con sé un messaggio minatorio inquietante: “farai la fine di tuo nonno”. E se aggiungiamo pure che i due
gemellacci girano sempre con una K viola stampata sulla felpa, beh, se fate due
più due non è difficile capire chi c’è dietro …
E proprio
parlando di questo misterioso e malefico K, anche lui purtroppo si rifà vivo!
Siccome Nina deve scoprire a che cosa servono le due chiavi e risolvere altri
misteri, vaga per la villa finché non arriva alla Stanza degli Specchi, situata in un corridoio interno alla camera
di nonno Misha. Per entrarci serve appunto la chiave a mezzaluna, ma essa non
serve solo ad aprire il lucchetto ed entrare, bensì anche a fare luce una volta
che Nina è entrata. Fa da lampadario, insomma, il che è piuttosto suggestivo. La
stanza è appunto piena di specchi, dietro ai quali si nascondono preziosi
tesori … ma in quel luogo, K appare di
nuovo sugli specchi, tra mille fiamme rosse e gialle, spaventando ancora una
volta Nina. Certo che è proprio insistente! Nina deve cercare di capire al più
presto di chi si tratta e che cosa vuole da lei, ma soprattutto, se è stato lui
a uccidere Misha.
E adesso, un
paragrafo interamente dedicato al laboratorio
di nonno Misha. La casa base, la torre di controllo, il punto di partenza,
il quartier generale. Per arrivarci, Nina non ha bisogno di nessuna chiave: la
porta si apre incastrando in una piccola conca la sfera di cristallo. Tadan,
ecco a che cosa serviva! È quella la chiave del laboratorio, perciò è
fondamentale per permettere a Nina di entrare in contatto con il mondo
alchemico a cui appartiene.
Il termine
“laboratorio” è il più giusto che possa mai essere stato scelto: immaginate un
laboratorio, sì, ma di quelli scientifici dove dottori e professionisti fanno
esperimenti con strani contenitori di vetro e liquidi colorati. Ecco, il
laboratorio di Misha è essenzialmente una cosa del genere. Questo non so che di scientifico mi pare
positivo, perché in qualche modo non separa
completamente la magia dalla realtà. E poi, quasi tutte le sostanze
alchemiche custodite negli scaffali hanno nomi latini, molte formule che Nina
userà sono in latino … insomma: non è proprio magia, ma neanche proprio
scienza. È alchimia. Moony deve essersi quindi ispirata ad un vero e
proprio laboratorio alchemico, di quelli medievali. La cosa è molto
affascinante!
E poi beh, ci
sono quei classici elementi che rendono tutto più suggestivo e misterioso, con
un pizzico di sapore antico: un caminetto che non si spegne mai, una lucina
azzurra che tiene sempre misteriosamente illuminato il laboratorio, un libro
gigantesco poggiato sul tavolo dal titolo Systema
Magicum Universi … tutto molto affascinante. E proprio dentro al libro,
Nina trova un biglietto del nonno, che le dice di girare una manopola vicino al
caminetto e poi le lascia delle frasi piuttosto enigmatiche.
“Nelle parole, nei pensieri, nei colori, nei
suoni, nei numeri, c’è l’origine dell’universo. Non lasciare che il Buio ingoi
la Luce. Cancella il Tempo e Vola.”
Accidenti,
non ho dovuto nemmeno sbirciare sul libro per scriverla, la ricordo a memoria!
<3
Ancora una
volta, un riassunto dell’intera avventura di Nina, la sua essenza, il suo
significato. Ma una volta letto tutto quanto, capirete meglio.
Quando Nina
gira la manopola, sul muro le appare un
filmato registrato dal professor Misha in persona poco prima di morire. Manna
dal cielo, per Nina, che vuole scoprire la verità su cosa gli è successo e su
cosa la aspetta. Ed è ora che vengono
elencati tutti quegli elementi che servono alla protagonista come base per
vivere la sua storia.
- Prima di
tutto, Misha definisce in modo chiaro il
nemico da sconfiggere e svela l’identità del misterioso K: altri non è che il Conte Karkon Ca’ d’Oro, già famoso a
Venezia per essere il proprietario di un grande e lugubre palazzo in piazza san
Marco che farebbe da orfanotrofio.
Occhio, perché c’è un motivo per cui ho usato il condizionale.
Misha
afferma che è stato proprio il malefico mago Karkon a ucciderlo e in fondo Nina
se lo sentiva. Sapeva che quella K rappresentava il Male …
- Direttamente
dal nonno, Nina sente parlare per la
prima volta di Xorax. Domanda da un milione di dollari: che cos’è Xorax? Al momento, solo uno
dei tanti misteri da scoprire, ma presto si rivelerà essere il più importante
di tutti.
- Misha
parla in fretta delle altre cose che Nina deve ottenere per andare avanti nella
sua storia: l’Anello di Fumo, la botola del laboratorio, il tunnel, l’alfabeto
di Xorax. Novità inaspettate e ignote, ma ve l’ho detto, sono fondamentali e
Nina se ne accorgerà presto.
- Oh,
qualcosa che nelle storie non può mai mancare: i compagni di avventura. Misha anticipa alla nipotina che
incontrerà quattro coetanei dell’isola della Giudecca, destinati a diventare
suoi amici. Di loro vi parlerò nelle prossime pagine del commentone.
*
Perfetto, direi
di concludere qui, altrimenti si accumulano troppe cose. Come al solito, vi
ringrazio enormemente per l’attenzione e spero di rivedervi al prossimo
aggiornamento … Preparatevi, perché tra le altre cose parleremo degli altri
personaggi, coloro che aiuteranno Nina e
le staranno sempre vicino!
Baci :*